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Recensione: "L’Equilibrio del Tutto" di Phedre Banshee







TITOLO: L'equilibrio del tutto

SERIE: Le cronache della lunga strada - volume 1

AUTRICE: Phedre Banshee

CASA EDITRICE: Self Publishing

GENERE: Adult Fantasy








Houston abbiamo un problema: mi sono innamorata di un libro!


Fin qui tutto normale, ma il problema è che è il primo di una serie e ora non so come potrò aspettare tutto il tempo necessario alla pubblicazione del secondo.


Era metà settembre quando Phedre Banshee mi ha scritto un'e-mail e chiesto di recensire in anteprima il suo libro. La trama mi ha colpito subito e dunque ho accettato volentieri: finalmente un libro fantasy! (Visto che normalmente ho solo romance).


Mi aspettavo un capolavoro? No.

Ne sono rimasta stupita? Sì.

Lo considero uno dei libri migliori letti quest’anno? Assolutamente sì.


Nìgariel è uno scienziato che, un po’ alla Philip di Futurama, si risveglia dopo quasi cento anni di ibernazione. Il mondo, come lo conosceva, non esiste più: gli Umani hanno perso il loro predominio a causa dei Korg, una razza aliena che nel passato li aveva aiutati ad evolversi per poi attaccarli dopo secoli di oblio. Però, insieme ai Korg sono tornati a vivere alla luce del sole anche i Maghi, gli Elfi e i Nani, quei popoli relegati solo alle fantasie e alle leggende e che ora, invece, combattono insieme.


«Entrai a far parte di un gruppo che si occupava di proteggere la propria gente dai Korg,» disse, con orgoglio. «Io li chiamo Benandanti, ma in realtà abbiamo molti nomi e nessuno allo stesso tempo. Ai miei tempi era ancora un gruppo ristretto, negli anni siamo aumentati fino ad avere spie e agenti in tutto il mondo».

Niga capirà ben presto che la sua intelligenza fuori dal normale è un segno delle sue capacità. E in questo nuovo assetto mondiale si renderà conto di essere diverso, di avere poteri che prima, nella sua vita da umano, aveva soppresso e che la vocina che sentiva dalla morte del padre sarà una compagna fedele ma anche una potente minaccia.


Dunque, ricapitolando: ero irascibile, lunatico, con pochi scrupoli e sentivo delle voci.

Dietro le fattezze da principe azzurro risiede un lato oscuro che si mostra proprio nelle vesti del grillo parlante, la coscienza che a volte viene sedata ma in altre riesce ad avere più spazio. Potremmo dire che c'è una sorta di bipolarismo: c’è il Niga più umano, quello che sente le emozioni, soffre e ama intensamente e che a causa di ciò è più vulnerabile, e poi c’è la vocina che sgomita per conquistare terreno e che crea anche un’altra persona, una più fredda, calcolatrice ma soprattutto più violenta e spietata.


Non avevo mai pensato a quanto il mio Potere mi mettesse in pericolo. Al di fuori di Tànelope, chiunque avrebbe potuto trarne beneficio o esserne rovinato. Respirai a fondo e mi dissi che, se dovevo morire, lo avrei fatto aiutando le persone che avevo deciso di seguire. Dovevo imparare a combattere e a difendermi, per restare vivo il più possibile. Avrei fatto tutto il necessario, con tutte le mie forze, e non mi sarei tirato indietro.

Naturalmente in questa nuova era non sarà da solo, anzi sarà circondato da varie persone, alcune saranno solo di passaggio e altre, invece, saranno essenziali ai fini della trama.

Ne cito solo una: Dehrit, l’erede, colei che ben presto diventerà il Gran Maestro Mago.


Niga e Dehrit avranno un legame particolare sin dall’inizio, non soltanto dei poteri che ben si amalgamano, ma anche un’amicizia strana che sembra pronta a diventare altro, qualcosa di più importante e, sebbene lui voglia appunto instaurare un rapporto diverso dall’amicizia, si renderà conto che tenerla lontana è l’unica cosa da fare anche se la più sofferta.


Le persone sentono sempre il bisogno di parlare, di imprimere qualcosa nel momento, per non farlo andare sprecato o per far sì che non venga dimenticato. Eppure ciò che ricordo meglio di lei, sono i nostri silenzi.

Poi mettiamoci anche un terzo incomodo che, pur stimandolo come personaggio (si scopriranno cose su di lui che vi faranno esclamare: OMG!), non mi avrebbe trattenuta dall’entrata ben volentieri nel libro solo per strozzarlo, levarlo di mezzo e lasciare campo libero al nostro protagonista.


Perché nella e-mail stava scritto che vi era anche qualcosa di romantico, ma il triangolo, o per meglio dire il quadrato, no, non lo avevo considerato.


La storia di Nìgariel vi catturerà pagina dopo pagina, fino ad arrivare all’ultima senza neanche accorgervene e poi rimarrete col fiato sospeso in attesa del sequel. Un vortice di emozioni e prime esperienze vi sconquasserà perché il legame che unisce il bene e il male, il reale e il sogno e la scienza e la magia è più sottile di quanto sembri.


La Banshee mi ha soggiogata. La sua scrittura è fluida, brillante ed eccezionale come il Mantide. Dopo questa lettura di due cose sono sicura: 1) questa notte di sicuro penserò a Nìgariel, mi farò il mio film mentale su un papabile continuo; 2) ho già messo il libro nella wishlisti perché, se non si fosse capito, l’ho adorato così tanto che lo voglio nella mia libreria.

Ora, però, non mi resta che aspettare, si spera non troppo, il secondo volume.


Il mio voto finale è:


Chiara




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